Libretto postale vecchio? Se lo possiedi vale più dei soldi all’interno (foto)

Il libretto postale è uno degli strumenti di risparmio preferiti dagli italiani. Emesso per la prima volta nel 1876 su iniziativa dell’allora Ministro delle Finanze Quintino Sella, ha rappresentato per lungo tempo, e continua ancora oggi a farlo, un punto di riferimento per chi pensa al proprio futuro o a quello dei propri cari e desidera, per questo, accumulare una determinata somma di denaro da utilizzare per le emergenze o per realizzare qualche desiderio speciale.

Senza andare troppo lontano, quasi tutti gli adulti di oggi hanno avuto nonni che hanno aperto per loro un libretto postale, soluzione molto apprezzata e scelta come regalo in occasione della nascita di un bimbo. In alcuni casi, proprio questi doni speciali destinati al futuro dei propri nipoti, se non sono stati ancora riscattati possono valere molti soldi, a volte ben più di quelli maturati a seguito del versamento della somma iniziale da parte di chi ha avviato il tutto.

Quanto vale un vecchio libretto postale?

Il libretto postale cartaceo, oggi oggetto dal sapore vintage se si pensa al fatto che, nel momento in cui si decide di avviare un piano di risparmio, si ricorre a strumenti digitali, può avere un valore economico molto interessante e che va al di là della cifra che si può incassare una volta che ci si reca, presso un ufficio postale, a riscattarlo.

Molte persone si accorgono di averli in casa in quanto, come previsto dal regolamento di Poste Italiane, in caso di libretto non movimentato da più di 10 anni e con su cifre superiori ai 100 euro – libretto dormiente – partono delle verifiche. In alcuni casi, si va ben più indietro nel tempo rispetto al singolo decennio. Per rendersene conto basta rammentare che un libretto postale ben tenuto risalente ai primi del ‘900 può valere fino a 200 euro.

Libretti postali del passato: oggetti da collezione di grande valore

I libretti postali, cosa che lascia molti sorpresi, sono dei piccoli tesori al di là della cifra maturata nel tempo dopo la prima somma versata. Quelli emessi negli anni ’20 del secolo breve possono, per esempio, arrivare anche a un valore di 250 euro ciascuno (ovviamente lo stato di conservazione fa la differenza più di qualsiasi altro fattore). Altri, sempre dei primi decenni di emissione, possono raggiungere il ragguardevole valore di 600 euro. Ecco, oltre allo stato di conservazione, altri fattori che contano:

  • Anno di emissione
  • Legame con specifiche commemorazioni
  • Presenza di timbri

Non c’è che dire: alcune persone, in casa, custodiscono tesori di cui spesso nulla sanno. I libretti postali, soprattutto nel passato, erano noti per gli ottimi interessi che maturavano nel tempo. Questo ha portato chi li riceveva a non pensare che, un giorno, avrebbero avuto valore come oggetti in sé, arrivando a centinaia di euro che non sono certo da disdegnare in periodi economicamente difficili.

Giusto per citare un altro esempio, chiamiamo in causa un esemplare estremamente raro, ossia il libretto, risalente al 23 febbraio 1922, con vaglia postale di Napoli e affrancato con la lira floreale. Se le cedole non sono state utilizzate, il suo valore può arrivare fino a 250 euro. Cosa aspetti a dare un’occhiata ai vecchi bauli e armadi della nonna?

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