Per quella parte della popolazione che ha lavorato una vita, sia come lavoratore dipendente che come lavoratore autonomo, arriva quel momento in cui finalmente si possono, come si suol dire, appendere le scarpette al chiodo e dedicarsi alla vita sedentaria, o semplicemente ai propri interessi, alla propria famiglia, al proprio benessere.
Questo momento prende il nome di pensione. Oggigiorno, proprio sulle pensioni si discute sempre tantissimo, perché tante sono le problematiche che vertono su questo fronte. Molti sostengono che le pensioni non sono più come un tempo, quando si andava in pensione dopo aver svolto servizio per appena 20 anni. Vediamo cosa è cambiato rispetto al passato.
Pensioni: ieri e oggi
Sembrerà una contraddittorietà, ma in un clima così tecnologico e sempre più al passo coi tempi, la presenza di tutti questi lavoratori appare davvero superflua, soprattutto quando a sedere negli uffici dove tutto dovrebbe filare e funzionare telematicamente siedono persone che non riescono sempre a mettersi al passo coi tempi, e mostrano ovviamente il segno di stanchezza, che necessita riposo attraverso la strada per il pensionamento. Ma oggi non è così facile come un tempo.
Oggi, infatti, entrare in pensione significa davvero avere dei requisiti molto precisi e spesso non sufficienti. Il sistema previdenziale di un tempo si basava su un sistema appunto retributivo, che l’importo della pensione era calcolato in base agli ultimi stipendi percepiti, l’età pensionabili era molto bassa, con solo pochi casi di ritiro, spesso forzato, intorno a 60 anni, e un numero sempre più crescente di lavoratori che permettevano di poter sostenere le pensioni. Oggi, invece, la questione è davvero molto più problematica, perché il sistema si basa sul metodo contributivo, ovvero sulla base dei contributi versati durante la vita lavorativa, con un notevole innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e con un netto calo anche delle assunzioni, che incidono sull’aumento della disoccupazione, il calo di natalità e l’invecchiamento della popolazione.
Ma come si calcola l’età pensionabile nel 2024?
Per poter rispondere a questa domanda in modo efficace, è necessario considerare alcuni aspetti in particolar modo, perché oggigiorno esistono alcune scappatoie per poter accedere alla richiesta della pensione, che sono delle politiche messe in campo dai vari governi che si sono susseguiti, con i relativi miglioramenti nel corso del tempo, e così si può comprendere appunto come calcolare in modo efficace l’età pensionistica:
- con la pensione di vecchiaia, quella a cui si accede dopo aver compiuto 67 anni, per andare in pensione sarà anche necessario che siano stati maturati almeno 20 anni di contributi
- con la pensione anticipata, è necessario avere per gli uomini 42 anni e 10 mesi di servizio, mentre per le donne 41 anni e 10 mesi, ma senza un limite d’età
- quota 100, consente di andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età
Per calcolare l’età pensionabile è necessario quindi controllare tramite il portale dell’INPS il tuo conto previdenziale e sommarlo alla tua età attuale, facendo riferimento a una delle tre alternative qui sopra presenti. Calcolare l’età pensionabile non è difficile se hai a disposizione tutti questi dati importanti per definire la tua situazione nello specifico.
Oggi poter dire di andare in pensione è un vero e proprio traguardo, poiché alla luce di quelle che sono le prospettive future, per i più giovani non ci sono molte speranze, né in termini di contributi né di età anagrafica, a meno che con il tempo non vengano fatte delle riforme in merito.