Quando si arriva alla fine dell’anno, generalmente subentrano sempre dei rimborsi relativi ai conguagli delle spese e della tasse pagate nel corso dei dodici mesi che si stanno per concludere. E’ un rimborso che chiaramente non spetta a chiunque, ma coinvolge lavoratori dipendenti e pensionati, che corrispondono molto spesso alle fasce più in difficoltà della popolazione italiana.
Diciamo che, sotto le feste, una simile situazione aiuta a gestire meglio le spese e anche gli acquisti per Natale. Ma, più precisamente, in cosa consistono questi conguagli? Di cosa si tratta nello specifico? E ancora: all’interno di queste due macro-categorie, ci saranno delle differenze? Siccome sono delle domande molto comuni e riguardano un po’ tutti, vediamo di fare chiarezza.
Rimborsi di fine anno: quali sono e a chi spettano?
Intanto ci piace dirvi che tutti i benefit di cui parleremo sono praticamente esentasse, cioè su quell’importo più o meno alto non si pagano le tasse. Più nel dettaglio, questi rimborsi sono stati concessi dal governo, alla luce del forte contraccolpo a seguito dalla recente inflazione che sta colpendo le fasce di reddito più in difficoltà: l’importo varia tra 1000 euro per i semplici lavoratori e pensionati, per arrivare fino ai 2000 euro in caso i lavoratori abbiamo figli minorenni a carico.
L’obiettivo resta quello volto a sostenere il potere d’acquisto, ovvero favorire una ripresa dell’economia, nella speranza che si riduca presto il peso fiscale , stimolando quindi un aumento dei consumi e delle spese. Ovviamente, non a tutti i pensionati e a tutti i lavoratori dipendenti è concesso l’accesso al rimborso: per accedere, infatti, sono necessari intanto un reddito che non superi i 28 mila euro annui, e la presentazione della documentazione con tutti i documenti che riguardano appunto il controllo dei dati del richiedente, che va presentata attraverso i canali ufficiali dell’Agenzia delle Entrate o tramite il proprio datore di lavoro.
Come funzionano questi rimborsi?
Come abbiamo detto, è indispensabile consegnare la richiesta direttamente all’Agenzia delle Entrate, dove si farà una ricerca approfondita per capire se il rimborso spetta oppure no al richiedente, quindi se soddisfa i requisiti. Infine, bisogna essere consapevoli che questo importo potrà essere usato solo al finire di sostenere le seguenti spese:
- quotidiane, come il pagamento di alimenti o bollette delle utenze
- investimenti in salute, come visite specialistiche convenzionate
- familiari, di vario tipo
Quello che interessa è che le spese siano sempre tracciabili, pertanto non si è autorizzati a disporre di contanti, non è abilitato quindi il prelevamento; inoltre, tramite il controllo capillare, non c’è il rischio che si possa incorrere in errori di valutazione, per cui se spetta, il rimborso verrà ricevuto, diversamente non si avranno i soldi.
Buone notizie in tempi di cattiva gestione dell’economia per le famiglie italiane, che ricevono qualche risorsa aggiuntiva ora che siamo proprio in procinto dell’inizio delle festività natalizie, in presenza di bambini e ragazzi urgono i primi investimenti in termini di regali. Insomma, non sempre il governo italiano è incline a dare batoste.