Moneta rara battuta all’asta per oltre 30mila euro: controlla in cantina e vendila subito

Da sempre le monete hanno una enorme forma di capacità di esercitare una influenza culturale oltre che pratica che va ben oltre la funzione tradizionale delle emissioni di denaro: sia perchè siamo abituati naturalmente ad utilizzarle fin dal principio, ma anche perchè raccontano molto della nazione o delle singole entità che ne fanno ricrorso.

Di recente una moneta rara è stataw battuta all’asta per una cifra decisaemente alta, oltre 30 mila euro per un esemplare molto ben conservato, di un pezzo tra l’altro parte della storia italiana, in particolare che ha visto la propria limitata diffusione agli albori della nazione italiana unificata. Si tratta infatti di un esemplare naturalmente dall’elevato valore storico.

Monete rarissime

La lira italiana è stata impiegata fin da prima del 1861, già il Regno d’Italia di influenza napoleonica, una entità corrispondente a diverse aree del nord ovest del paese assoggettate all’influenza francese, prima dell’abrogazione di questo stato, la valuta è stata impiegata ad esempio dal regno di Sardegna, divenuto poi Regno d’Italia.

Naturalmente un po’ tutte le monete che sono state coniate durante fasi storiche di formazione sono molto ricercate dato anche il loro indubbio valore storico. Il pezzo in questione infatti rientra nel contesto ed è una moneta da 5 lire recante il volto di Vittorio Emanuele II, che poi sarà re d’Italia. Questa emissione è particolare quanto rara infatti viene chiamata proprio Vittorio Emanuele II re d’Italia.

Quale vale così tanto?

Per distinguerla da quelle realizzate quando era “solo” sovrano del regno di Sardegna, altra particolarità è la presenza, nella parte inferiore, sui due lati, non solo dell’anno ma anche del mese e della città di coniatura, concetto molto raro sulle emissioni. Questo perchè essendo stata sviluppata in un ambito temporale molto particolare, questo è avvenuto in città italiane diverse.

  • Questa moneta però è stata concepita esclusivamente a Firenze, precisamennte nel marzo 1861
  • La moneta è divenuta popolarissima presso gli appassionati, coniata in poco più di 21 mila unità

Non pochissime, ma comunque non tantissime ed in particolare questa specifica edizione è stata poi già nei mesi successivi sostituita da altri pezzi di foggia diversa. Oggi trovarne una è davvero difficile, soprattutto se autentica (molti esemplari di questa ” generazione di monete ” sono spesso soggette ad esemplari contraffatti più o meno bene.

Se un esemplare in buono stato vale almeno 2000 euro, il suo valore può andare ad aumentare con le condizioni che vanno via via migliorando e costituendo un vero e proprio tesoro: di getto, un pezzo in Fior di Conio, vale a dire la migliore forma di condizione fisica per un esemplare di moneta è intorno ai 22 mila euro ma all’asta un esemplare di questi è stato venduto per poco più di 30 mila euro.

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